Marcuse e Benjamin

 Marcuse e Benjamin 

  • Herbert Marcuse è un autore legato alla Scuola di Francoforte che si concentra sulla denuncia delle contraddizioni presenti nella società contemporanea. In "Eros e civiltà", Marcuse sintetizza le teorie di Freud e Marx, affermando che la civiltà si è sviluppata attraverso la frustrazione delle passioni e degli istinti umani. Tuttavia, a differenza di Freud, Marcuse sostiene che nella società industriale contemporanea vi sia un'eccessiva repressione dell'individuo, dovuta al sistema economico capitalistico.



  • Marcuse critica la manipolazione e l'integrazione sociale forzata dell'individuo, che lo riduce a un "essere-per-la-produzione". Nella società capitalistica, l'uomo è sottomesso al principio della prestazione e del lavoro, mentre il piacere e il godimento insieme agli altri sono trascurati. Questa inversione dei valori ha portato alla riduzione della sessualità a un mero fatto procreativo, privandola della sua naturale dimensione di piacere.

  • Marcuse definisce questo fenomeno come "autorepressione dell'individuo". L'autore sostiene che gli individui hanno accettato questa condizione come normale, perpetuando così l'oppressione. Marcuse fa riferimento al mito di Prometeo, che rappresenta l'eroe che ruba il fuoco agli dei per darlo agli uomini, simboleggiando la razionalità scientifica e tecnologica e l'affaticamento e la produttività che ne derivano. 
  • Attraverso le sue teorie, Marcuse mira a offrire una via di uscita dalle condizioni oppressive della società contemporanea, promuovendo la liberazione dell'individuo dalla repressione e dall'alienazione.



  • L'arte, secondo Marcuse, offre tre vie di salvezza dalla repressione e autorepressione. La prima via è rappresentata dall'arte stessa, che esprime il desiderio umano di emancipazione. L'arte, diversamente dalla ragione, è una forma di creatività non alienata e viene simbolicamente rappresentata da Orfeo, il cantore tracio, figlio di Apollo, che rappresenta la musica e la poesia. Secondo Marcuse, Orfeo incarna "la voce che non comanda, ma canta" e intuisce un ordine senza repressione. La funzione salvifica dell'arte risiede nella sua capacità di nutrire negli individui l'utopia, cioè la speranza che sia possibile ribellarsi alla logica del lavoro e della fatica.

  • La seconda via di salvezza è l'eros, inteso come energia libidica originaria non ancora repressa e razionalizzata dalle norme sociali. Marcuse sostiene che, nella cultura occidentale, la sessualità, nonostante sembri incentivata e liberalizzata, in realtà è profondamente depotenziata. Ciò che viene perso è l'erotismo, la forza dirompente e sovversiva che da sempre si contrappone all'ordine costituito, rappresentandone una minaccia. La liberalizzazione sessuale delle società industriali è una liberalizzazione controllata favorita dal sistema per placare i desideri degli individui e dare loro l'illusione di soddisfazione al fine di ottenere consenso. In realtà, la sessualità consentita è ridotta a pura gratificazione materiale, priva di ogni componente creativa e liberatoria, che potenzialmente potrebbe destabilizzare il sistema. Secondo Marcuse, è nell'autentica forza dell'eros che risiede la possibilità per gli individui di opporsi all'omologazione dominante.

  • La terza soluzione proposta da Marcuse si trova nel suo famoso libro "L'uomo a una dimensione" (1964), in cui critica la società tecnologicamente avanzata che ha impoverito e annientato l'uomo. Allo stesso tempo, individua nuovi soggetti rivoluzionari tra gli esclusi della società opulenta: i "reietti e gli stranieri, gli sfruttati e i perseguitati di altre razze e colori, i disoccupati e gli inabili". Spetta a loro compiere il "Grande Rifiuto", incarnando la forza dirompente in grado di abbattere il sistema capitalistico, poiché i tradizionali soggetti rivoluzionari di Marx, gli operai, si sono integrati in esso. I nuovi emarginati identificati da Marcuse rimangono al di fuori dei confini della comunità democratica e, quindi, si trovano oggettivamente in una condizione sovversiva, anche se non ne sono ancora consapevoli. L'obiettivo è far loro prendere coscienza di questa forza innovatrice che è completamente estranea alle logiche interne del potere e che potrebbe diventare un giorno decisiva. È certamente un'utopia, ma Marcuse ritiene che l'utopia sia necessaria.


  • Walter Benjamin, un pensatore tedesco associato alla Scuola di Francoforte. Benjamin credeva che l'unico modo per gli individui di emanciparsi fosse attraverso una "rottura" storica, un momento rivoluzionario che potesse interrompere la continuità temporale. Questo evento, tuttavia, non era garantito come nel comunismo di Marx. Secondo Benjamin, questa possibilità di salvezza non era proiettata nel futuro, ma risiedeva in un passato fatto di rovine, il cui riconoscimento drammatico spingeva verso un futuro migliore. Questa concezione combinava l'aspirazione marxista alla sovversione della realtà con il sentimento messianico ed utopico dell'ebraismo. Benjamin sosteneva che l'uomo doveva guardare al passato, responsabile dell'angoscia presente, alimentando l'aspettativa del suo superamento e della realizzazione di pace e giustizia. Questa visione tragica si basava sull'assenza di prevedibilità e oggettività nel percorso verso la salvezza, riflettendo la vita stessa del filosofo minacciata e travolta dalla persecuzione nazista.

  • Inoltre, Benjamin ha dedicato molti studi al fenomeno artistico, convinto del suo valore critico nei confronti della realtà, simile ad Adorno. Nel suo saggio "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" del 1936, Benjamin ha discusso la demitizzazione del prodotto artistico, sostenendo che l'avvento della riproducibilità tecnica consentisse alle masse di accedere all'arte, abbattendo le barriere che la separavano dalle persone comuni. Questo cambiamento, secondo Benjamin, ha aperto nuovi orizzonti per l'arte e ha dato vita a un'arte politica che poteva essere introdotta in contesti diversi. La sua teoria della perdita dell'aura sacrale dell'arte ha segnato la fine del modo tradizionale di fruizione artistica e ha anticipato le posizioni dell'avanguardia europea del XX secolo. Benjamin vedeva nella riproducibilità tecnica un potenziale rivoluzionario, poiché forniva alle masse la possibilità di contestare l'ordine esistente.


  • In sintesi, Benjamin ha proposto un'analisi critica della società e ha sottolineato l'importanza di eventi storici rivoluzionari per la salvezza degli individui. Ha anche evidenziato l'effetto della riproducibilità tecnica sull'arte, aprendo nuove prospettive e rendendola più accessibile alle masse.


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