Husserl

 

 Husserl

  • La vita di Husserl è interamente dedicata allo studio, al quale si applica con rigore e precisione. Sebbene sia stato influenzato da Brentano, in una pagina del suo diario confessa di non ambire agli onori o alla fama, ma di perseguire l'ideale della chiarezza: "non posso vivere senza chiarezza".
  • Nato nel 1859 a Prossnitz, una piccola città della Moravia che oggi fa parte della Repubblica Ceca, da una famiglia ebraica borghese, fin da giovane sviluppa un forte interesse per la matematica, che approfondisce durante gli anni universitari fino a laurearsi nel 1883. 
  • Successivamente si orienta verso gli studi filosofici, influenzato dalla personalità di Franz Brentano (1838-1917), professore di filosofia all'Università di Vienna e mentore di Husserl tra il 1884 e il 1886. La ricerca di Brentano sull'origine psichica dei processi logici avrà un'enorme influenza sul pensiero di Husserl, che mira a individuare le basi "soggettive" della conoscenza.

 


  • Husserl intraprende una carriera accademica insegnando filosofia prima a Halle, poi a Gottinga e infine a Friburgo. È in quest'ultima università che incontra Heidegger, che diventa suo assistente e amico fino all'avvento del nazismo, quando le loro strade si separano drammaticamente. 
  • Durante quegli anni, si sviluppa il movimento fenomenologico, di cui Husserl è il fondatore e il principale rappresentante. Con l'ascesa al potere di Hitler, Husserl, essendo di origine ebraica, è costretto a rinunciare al suo incarico accademico.
  • La sua ultima grande opera, pubblicata dopo la sua morte nel 1938, è "La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale", basata su due conferenze tenute nel 1935 a Vienna e Praga. 
  • È proprio da quest'opera che vogliamo partire per spiegare il pensiero di Husserl, poiché in essa si può cogliere il significato di tutta la sua riflessione: la civiltà europea, devastata dalla drammatica disumanizzazione portata alle estreme conseguenze da Hitler mediante l'impiego bellico della scienza e della tecnica, potrà risollevarsi solo recuperando le fondamenta "umane" dei propri valori.

 

Il valore della scienza per l'esistenza umana

  • La crisi che Husserl attribuisce alle scienze europee non riguarda i loro risultati pratici o il consenso ottenuto, poiché è innegabile il successo e la diffusione di cui godono: "Come possiamo parlare seriamente di una crisi delle scienze, comprese le scienze positive, la matematica pura, le scienze naturali esatte, che continueremo sempre ad ammirare come esempi di rigorosa scientificità destinata a successi continui?

 

La formazione di Husserl e lo sviluppo della fenomenologia

  • La vita di Husserl è interamente dedicata allo studio, a cui si applica con rigore e precisione. È fortemente influenzato da Brentano, ma in una pagina del suo diario confessa di non aspirare a fama o onori, bensì al desiderio di chiarezza: "Non posso vivere senza chiarezza". Nato nel 1859 a Prossnitz, una piccola città della Moravia che oggi fa parte della Repubblica Ceca, da una famiglia borghese ebraica, fin da bambino sviluppa un forte interesse per la matematica, che approfondisce durante gli anni universitari fino a conseguire la laurea nel 1883. Successivamente, si orienta verso gli studi filosofici, attratto dalla personalità di Franz Brentano (1838-1917), professore di filosofia all'Università di Vienna e mentore di Husserl tra il 1884 e il 1886. Le ricerche di Brentano sull'origine psichica dei processi logici influenzano profondamente il pensiero di Husserl, che si impegna nel individuare le basi "soggettive" della conoscenza.

 

  • Husserl intraprende una carriera accademica, insegnando filosofia a Halle, Gottinga e Friburgo. È proprio a Friburgo che incontra Heidegger, che diventa suo assistente e amico fino all'avvento del nazismo, quando le loro strade prendono una direzione drammatica. Durante quegli anni intensi, si sviluppa il movimento fenomenologico, di cui Husserl è il fondatore e il principale esponente. Con l'ascesa di Hitler al potere, il filosofo viene costretto a lasciare la sua posizione di insegnante a causa delle sue origini ebraiche. La sua ultima grande opera, pubblicata dopo la sua morte nel 1938, è "La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale", frutto di due conferenze tenute nel 1935 a Vienna e a Praga. È proprio da questa opera che vogliamo iniziare per spiegare il pensiero di Husserl, poiché in essa è possibile cogliere il significato di tutta la sua riflessione: la civiltà europea, devastata dal drammatico affermarsi del processo di disumanizzazione portato alle estreme conseguenze da Hitler attraverso l'uso bellico della scienza e della tecnologia, potrà risollevarsi solo se riuscirà a recuperare le fondamenta "umane" dei propri valori.
 
Il valore della scienza per l'esistenza umana

  • La crisi delle scienze europee, secondo Husserl, non riguarda i risultati pratici o il consenso ottenuto da esse, poiché è innegabile il successo e l'ampia diffusione che hanno raggiunto. Husserl afferma: "Come si può parlare in generale e seriamente di una crisi delle scienze, comprese le scienze positive, la matematica pura, le scienze naturali esatte.


La fenomenologia è il processo di costituzione del significato.

 

  • L'intenzionalità della coscienza rappresenta un livello che precede ogni concettualizzazione e categorizzazione, ed è quindi anteriore a qualsiasi separazione astratta tra soggetto e oggetto. È attraverso questa intenzionalità che dobbiamo tornare per comprendere il percorso attraverso il quale i significati e i valori delle cose si formano e si stabiliscono, quegli stessi significati e valori che, normalmente, vengono accettati in modo ingenuo e acritico. Ad esempio, tutti gli oggetti della nostra vita quotidiana ci appaiono come già dotati di un certo scopo d'uso (il bicchiere per bere, il coltello per tagliare, ecc.), senza mettere in discussione tale valore. Tuttavia, sia il valore pratico che quello emotivo, artistico, ecc. possono essere interrogati riguardo alla loro origine e processo di costituzione.

 

  • Nella dimensione dell'intenzionalità, le cose esistono nella misura in cui si presentano alla coscienza, nei loro vari aspetti, in relazione agli atti con cui la coscienza le intende, come se fosse la prima volta. Quindi, l'oggetto non è mai qualcosa di separato dai fenomeni: essi coincidono con la sua manifestazione stessa. Le cose sono l'insieme dei modi in cui gli oggetti si presentano in relazione ai vissuti soggettivi. La cosa in sé, che sfuggiva alla possibilità di conoscenza nel soggetto kantiano, si rivela nel vissuto intenzionale di Husserl, mostrandosi nel processo di costituzione di senso che non è mai completo, poiché le modalità intenzionali con cui il soggetto si relaziona ad essa sono infinite.

 



  • Il processo di costituzione delle cose si svolge attraverso vari gradi, che il fenomenologo si propone di descrivere, evidenziando le molteplici stratificazioni e direzioni di significato, a partire dalla percezione. Un esempio, citato dallo stesso autore, può chiarire l'approccio fenomenologico. Prendiamo in considerazione il castello di Berlino, un edificio che appare bello e maestoso. Grazie all'epoché fenomenologica, smette di essere qualcosa di semplicemente dato in modo naturale e, nella mia rappresentazione, diventa parte del mio "stato d'animo". Esprimere un giudizio su quel castello, apprezzarne la forma architettonica o desiderare visitarlo, rappresentano i miei autentici e originari vissuti. In essi, c'è un elemento comune, il castello, che viene percepito, immaginato, giudicato, ammirato e desiderato. L'oggetto rimane sempre lì, ma il suo significato si manifesta nel momento in cui diventa parte della mia esperienza vissuta, un oggetto mentale percepito, immaginato

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